Saranno una serie di soggetti metaforici, per lo più descritti dal mondo del teatro (e di strada), dal cinema muto e dall'architettura scenica a rappresentare alcune condizioni della società moderna (in particolare quella italiana e milanese) i cui difetti sembrano affiorare da un tragicomico, se non grottesco, "archetipo del malcostume".
Tillo Buttinoni_Recent Clues
Vernissage giovedì 10 febbraio | 7 - 9 pm
Fino al 10 marzo 2011
A seguito di una prima esperienza, nata tre anni fa tra le mura di un appartamento d'oltre oceano, Tillo Buttinoni propone, in occasione della sua prima personale allo Studio Maffei Milano, “Recent Clues”, una mostra-percorso-racconto di lavori ispirati alla città lombarda.
Saranno una serie di soggetti metaforici, per lo più descritti dal mondo del teatro (e di strada), dal cinema muto e dall'architettura scenica a rappresentare alcune condizioni della società moderna (in particolare quella italiana e milanese) i cui difetti sembrano affiorare da un tragicomico, se non grottesco, "archetipo del malcostume".
Le debolezze umane sono estese su tutti fronti e il sentimento collettivo, se pur con qualche eccezione, sembra convergere verso un'atrofia dell'intelletto. Troppo spesso infatti sembra che il mondo della cultura risulti sordo e cieco e totalmente incapace di illuminare il cammino dei popoli attraverso il buio dell’epoca contemporanea.
I riferimenti simbolici di questi diesgni gommati, quindici lavori su tavola, più una installazione architettonica, attingono per gran parte al '900 dei nostri nonni che parteciparono all'ultimo conflitto su scala mondiale. Milano è una città ombelico sia per la sua forma topografica che per la sua natura conservativa; apparentemente chiusa ma non per questo meno curiosa, fu la città più bombardata durante la grande guerra anche perchè era al momento il fulcro e centro della vita sociale, politica, economica e culturale del paese. All'epoca i nostri avi parteciparono ad una dignitosa ricostruzione, mantenendo come monito alcune tracce dell' intenso passato. Diversamente da essi, le nuove generazioni, che di certo non spiccano per l'amore, il senso civico o il legame verso questa realtà, sembrano ignorare completamente la memoria storica, permettendo che qualunque attività lucrativa possa dominare se non cancellare per sempre le rughe della città; così come farebbe un chirurgo estetico con una velina capricciosa.